Guida al SEO. Gestire le Parole Chiave e i Contenuti

Ci eravamo riproposti di pubblicare questa guida qualche tempo fa, sicuri che vi sarà di valido aiuto quando dovrete ottimizzare i contenuti del vostro sito in modo appropriato.

Anche chi tra voi non è direttamente coinvolto nella produzione digitale e nel web marketing, ormai sa cosa intendiamo per SEO, Search Engine Optimization, ovvero l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Si tratta di ottimizzare il proprio sito al fine di guadagnare posizioni e classificarsi tra le prime pagine, possibilmente nella prima pagina.

Abbiamo più volte detto che il SEO è un processo, non si possono ottenere risultati in pochi giorni e nessuno può realmente dire in quanto tempo il vostro sito comparirà in prima pagina.

Su questo blog abbiamo pubblicato già altri rilevanti articoli al riguardo.

Purtroppo non è possibile fare a meno di usare un certo linguaggio tecnico. Anche se cercheremo di rendere questa guida facilmente comprensibile, è probabile che chi di voi è completamente digiuno di aspetti tecnici legati al SEO la trovi in alcuni punti un po’ oscura.

L’importanza delle Parole Chiave

Ciò che è per così dire “nuovo” è che per molti anni si è data troppa importanza alle parole chiave e alcuni hanno perfino adottato la tecnica dello “stuffing” vale a dire, imbottivano una pagina con una determinata parola chiave. Questa tecnica non solo è inutile è perfino penalizzata dai motori di ricerca.

Come abbiamo spesso detto, quando parliamo di motori di ricerca siamo inclini a citare Google quale il motore per eccellenza, ed in effetti lo è visto che oltre il 70% di tutte le ricerche sul web nel mondo avvengono attraverso di esso. Confrontate su Market Share per maggiori informazioni.

Al giorno d’oggi, le parole chiave non sono più necessarie o obbligatorie per essere presenti nel tag title o nei tag di intestazione (H1, H2, H3) al fine di classificarsi tra le prime cinque pagine dei risultati dei motori di ricerca.

Non è più necessario nemmeno utilizzare le frasi esatte delle parole chiave all’interno del testo di una pagina web.

Significa che dovete lasciar perdere la ricerca delle parole chiave?

No! Quando create contenuti, le parole chiave continuano ad avere una certa rilevanza, ma in un modo diverso rispetto al passato. Vediamo come e perché.

Ad esempio, i diversi significati di una frase e la popolarità di ciascun significato sono di vitale importanza.

In questa guida vi mostreremo come ricercare le parole chiave e come farne un uso proprio in base a quanto previsto dai motori di ricerca.

Ci proponiamo 3 obiettivi:

  1. Illustrare come la ricerca per parole chiave continua a essere utile.
  2. Chiarire alcuni equivoci.
  3. Darvi modo di conoscere come la comprensione rigorosa del modo in cui le parole chiave vengono utilizzate dai motori di ricerca oggi, può aiutarvi a classificare parole chiave ad alto traffico / alta conversione, vale a dire come potete ottenere più visite.

Definisci gli obiettivi: cosa vuoi realizzare con il traffico che deriva da una ricerca sul web?

Un tipico errore frequente è quello di definire il proprio successo in termini di traffico. Se ho molte visite ho molto successo. Paradossalmente, non devi porti “più traffico” come obiettivo. L’obiettivo deve essere quello della “conversione” ovvero convertire i visitatori in clienti, quindi aumentare le vendite.

Un sito visitato da 10 mila persone al giorno che “converte” solo 10 visitatori ha molto meno successo di uno visitato da 1000 persone che ne converte 100!

Alcuni esempi per i siti di e-commerce.

Quando definisci una strategia di parole chiave per un sito di e-commerce, il primo passo è definire il problema di vendita che l’azienda desidera risolvere.

Esempi di obiettivi di parole chiave tipici dei siti e-commerce:

  • Vendite.
  • Alimentazione di diversi segmenti del canale di vendita.
  • Clic e impressioni degli annunci pubblicitari.
  • Costruire la consapevolezza del tuo sito (la gente deve conoscerti), dei servizi e prodotti offerti.

La consapevolezza che riesci a diffondere circa la tua attività è di fondamentale importanza, questa ti aiuta a classificare le parole chiave più significative e incentivare le vendite.

Una volta definiti gli obiettivi delle parole chiave, è possibile sviluppare categorie di queste parole in modo da creare contenuti in base ad una precisa strategia di marketing.

Le prime due categorie sono direttamente correlate alla vendita; risolvono direttamente un problema aziendale.

Le seconde due categorie (alimentare i livelli di ricerca del canale di vendita / traffico pubblicitario CPM) possono essere viste come correlate al consumatore perché ruotano generalmente attorno alla risoluzione di un problema avvertito dall’utente (la soluzione a ciò che cerca).

Parole chiave del denaro – Money Phrases.

La categoria “vendite” si concentra su ciò che gli esperti di SEO chiamano “Money Phrases” “espressioni del denaro” potremmo chiamarle le “espressioni” o parole chiave ad alta redditività perché di fatto è proprio quello che si intende, sono parole chiave che producono denaro.

Un esempio è “Voli a basso prezzo” oppure “Dove acquistare biglietti aerei” e simili.

Più una di queste espressioni, o locuzioni, è potente, cioè ha un alto potere di conversione, più è competitiva e quindi più è difficile classificarsi.

Tali parole chiave sono importanti anche per i siti cosiddetti ad-supported, cioè quelli che generano profitti dalla pubblicità, perché il visitatore predisposto a fare un acquisto, è più propenso a cliccare su un’unità pubblicitaria che intercetta il suo bisogno, ad es. “Voli a basso costo” quando è alla ricerca di tale soluzione.

Questo tipo di pubblicità ha un costo elevato proprio perché si tratta di espressioni molto lucrative e quindi molto ricercate.

Il problema con le parole chiave ad alta redditività.

Queste “frasi per fare soldi”, implicano che per classificarsi nei primi posti è necessario investire molto.

Una cosa importante da considerare è che gli annunci PPC (pay-per-click) sottraggono traffico organico, cioè quello naturale derivato dalla ricerca pura di un utente. Perciò, una parte considerevole del traffico delle “Money Phrases” parole chiave del denaro, viene eliminata tramite gli annunci PPC. Quando digitate una ricerca su Google, o altri motori, vedete infatti apparire una serie di siti contraddistinti dalla voce “Ann” in Italiano o “Ad” in Inglese. Questa pubblicità a pagamento, quindi fa uso di “Money Phrases” e occupa le prime posizioni. Ecco perché questo tipo di parole chiave sono molto competitive e quindi richiedono investimenti non indifferenti.

Anatomia delle Money Phrases.

A parte le frasi ovvie contenenti parole come “compra”, ci sono altre frasi che convertono bene e sono meno competitive, quindi è più facile scalare le classifiche facendovi ricorso.

Queste sono le cosiddette “Long Tail Money Phrases” le parole chiave a coda lunga di cui abbiamo già parlato in questo blog.

5 Categorie di Parole Chiave ad alta conversione.

Ecco le 5 migliori parole chiave a più alta resa di conversione:

  1. Confronto tra concorrenti (es. Raffronto/Comparazione tra A e B)
  2. Ricerche di prezzo scontate (es. Scarpe da running a prezzi scontati)
  3. Recensioni e valutazioni dei prodotti (es. Recensione servizio abc…)
  4. Ricerche di codici promozionali (es. codice promozionale amazon)
  5. Ricerche per le vendite (es. case in vendita zona Milano ovest o anche case in affitto etc.)

Parole Chiave ad alta resa e Architettura del Sito

Attenzione! Non devi usare questa lista per costruire l’architettura del sito, vale a dire, il sito non deve essere realizzato per ruotare attorno a tali parole chiave. Perché? La risposta te la dà Google, e gli altri motori di ricerca sono in tal senso allineati.

Se vai a leggere le linee guida di Google, (versione Luglio 2018, pdf in lingua Inglese), vedi che Google non classifica le pagine web per i loro segnali di rilevanza delle parole chiave.

Google infatti classifica i siti in base a questi 3 criteri:

  1. Competenza.
  2. Autorità.
  3. Affidabilità.

Questi sono i concetti che a più riprese e in vario modo abbiamo espresso in altri articoli su questo blog.

Il valore delle parole chiave “Non-Money Phrase”

Le parole chiave “non-money phrase” sono quelle che non implicano direttamente il concetto di alta convertibilità, o meglio, non indicano in modo diretto un potenziale cliente che va alla ricerca di un prodotto o un servizio per acquistarlo.

Come abbiamo detto sopra, le “Money Phrases” sono le frasi chiave più importanti per effettuare vendite immediate su base regolare. Abbiamo anche detto che devono essere usate quelle a “coda lunga” se vogliamo avere la speranza di classificarci bene.

Se la tua azienda non si classifica per parole chiave ad alta conversione, probabilmente qualche altra azienda le sta utilizzando e ottenendo risultati. Di conseguenza, sei portato a pensare che se lo fanno altri lo puoi fare anche tu. Non sempre questo è vero, come avrai già capito.

C’è un altro percorso per le parole chiave per creare vendite online.

Spesso la barriera all’ingresso per una parola molto redditizia è troppo alta per via della sua elevata competitività. Le aziende affermate nei risultati di ricerca hanno un vantaggio apparentemente insormontabile in termini di backlink (vengono citate da altri siti importanti), contenuti, portata dei social media e altri fattori che non possono essere facilmente riprodotti se non dopo molti anni di continuo ed efficace lavoro e molti investimenti.

Pertanto, per creare interesse e guidare visitatori verso il tuo sito aziendale, devi usare parole chiave “Non-Money Phrases”. Ma queste parole non sono quelle a bassa o perfino nulla conversione? Cioè parole chiave a bassa redditività? E allora, che senso ha?

È appunto un percorso alternativo e qui spieghiamo come funziona. E funziona!

Sfrutta il vantaggio di essere esauriente.

La maggior parte delle parole ad alta resa sono “prese” dai siti più autorevoli. Ovvero, sono catturate e fatte proprie dai siti delle imprese che investono molto nella produzione di contenuti e in pubblicità.

Inoltre, questi siti, hanno molta risonanza perché i loro contenuti sono citati da altri siti. Sì, quantità e qualità dei link di ritorno da altri siti (anche questi autorevoli e di qualità) giocano un ruolo.

Tuttavia, il contenuto è un ingrediente molto importante. Ma non qualsiasi contenuto. Come detto più volte in questo blog, i contenuti sono talmente rilevanti che possono fare la differenza.

Hai bisogno di pubblicare argomenti esaurienti. Se scrivi cose a metà, o informazioni non complete, chi ti legge non ne sarà soddisfatto.

Un sito esauriente è autorevole. I siti autorevoli sono quelli che i motori di ricerca preferiscono classificare.

Le linee guida di Google, di cui abbiamo fornito sopra il link per il pdf, nella sezione 3.1 dicono:

[tradotto dalla versione Inglese]

I fattori più importanti per la classificazione della pagina [sito web]

Competenza, autorevolezza, affidabilità: questa è una caratteristica di qualità importante.”

Nella sezione 3.2 si legge:

“La quantità di competenza, autorevolezza e affidabilità … che una pagina web / sito Web ha è molto importante.”

Strategia alternativa all’uso di parole chiave ad alta resa.

Anche se i visitatori di un sito autorevole potrebbero non convertirsi in clienti mediante l’uso di parole chiave “non convertenti” la strategia dell’autorità offre ottimi risultati. Ovviamente, non pensare che basti pubblicare un ottimo articolo per classificarti subito in prima pagina.

Tanto per esemplificare, se uno sta cercando “scarpe da running” non arriva al tuo sito perché non usi quel tipo di parole chiave in quanto non ti classificheresti bene e quindi è difficile che ti trovi. Può trovarti invece quello che sta cercando come si realizza la suola di un paio di scarpe da running ma spesso non è per comprare che cerca quell’informazione. Tuttavia, avere pubblicato sul sito tali contenuti “interessanti” e quindi autorevoli (devono esserlo realmente) comporta i seguenti benefici:

  • Produce consapevolezza tra i visitatori.
  • Crea il favore dei visitatori.
  • Stimola i cosiddetti referral, ovvero gente che riconosce l’importanza dei contenuti e li condivide sui social media, crea link al tuo sito e ne parla bene.

La conseguenza è che aumenta l’interesse per il tuo sito e da tale autorevolezza derivano anche vendite. Questo è riscontrato non solo da noi e dal lavoro fatto sui siti dei nostri clienti ma anche da altri nostri colleghi esperti di SEO.

Concentrarsi sui contenuti.

Pertanto, invece che concentrarsi sulle parole chiave ad alta conversione, concentrati sul creare contenuti autorevoli usando parole chiave a coda lunga.

Varie ricerche hanno dimostrato che creare contenuti concentrandosi ossessivamente su certe parole chiave, invece che fornire informazioni esaurienti e autorevoli, ha determinato risultati decrescenti nel tempo. La gente si stanca di cose che non hanno importanza e che non offrono soluzioni concrete. Se pubblichi cose di basso valore avrai risultati di basso valore.

Concentrarsi sulla profondità dei contenuti, offrendo competenze e autorità è un solido percorso per classificarsi bene e per trasformare alla fine quei contenuti in vere e proprie “Money Phrases”, quindi vendere i propri servizi o prodotti grazie a questo tipo di strategia.

Strategie d’uso delle parole chiave per creare consapevolezza

Le frasi di ricerca corte, quelle di due parole, sono quelle che creano maggior traffico e infatti sono anche le più competitive. Dato che il SEO è un processo, questo avviene nel tempo. È dunque necessario essere autorevoli e classificarsi bene per le parole chiave composte da 3, da 4 e da 5 parole. Una volta conquistato un buon pubblico, di qualità, il motore di ricerca comincia a proporre quel sito in posizioni sempre più alte perché ne valuta la competenza e il favore riscontrato tra il pubblico.

Infatti, un sito che si classifica bene per l’uso di parole ad alta conversione, lo è perché comunque è autorevole a livello di tutti i suoi contenuti, o per ciò che essi rappresentano.

Quindi, se cominci a classificarti bene per un certo contenuto presente nel sito, questo crea rilevanza per l’intero sito.

È ancora importante l’indicizzazione semantica?

No, non lo è più. Perciò, se senti parlare di LSI (Latent Semantic Indexing) non te ne preoccupare, è una tecnologia vecchia di 20 anni che aveva lo scopo di rafforzare la capacità di un motore di ricerca di identificare il contesto corretto di una parola.

Le parole spesso hanno più di un significato (c.d. Polisemia). Pertanto, una parola o una frase su una pagina non garantiva che quella pagina fosse pertinente a una determinata chiave di ricerca.

La tecnologia LSI è stata utilizzata per superare la polisemia, per aiutare un motore di ricerca basato su testo a identificare il contesto di una pagina web e quindi ad abbinare meglio una query di ricerca.

Infatti, questo è spiegato da Google quando indica come gli annunci vengono indirizzati al tuo sito quando fai uso della piattaforma Adsense.

il loro targeting contestuale utilizza la struttura di link complessiva dell’intero web per determinare di cosa tratta una pagina web, che è una tecnologia molto più sofisticata e avanzata rispetto al semplice LSI. Se infatti il tuo sito tratta di automobili, e pubblichi annunci mediante Google Adsense, di base questi annunci saranno riferiti al comparto automobilistico, si allineano con i contenuti.

Google non dice se lo stesso sistema è impiegato dal suo algoritmo quando risponde a una query di ricerca, ma è ragionevole pensare che lo sia.

Ricordiamo ancora una volta di diffidare di chiunque ci dica di sapere esattamente come funziona l’algoritmo di Google o di qualsiasi altro motore di ricerca. Google ci dice solo alcune cose e molte altre rimangono top secret, sono conosciute solo dai programmatori e dai tecnici addetti a quello specifico sviluppo della sua piattaforma.

Uso di sinonimi.

Dovresti usare i sinonimi delle parole chiave? Certo che no!

Sinonimi (e LSI) sono stati inizialmente utilizzati come metodo per combattere lo spamming delle parole chiave. Cioè, se volevi fare il furbo e invece che ripetere la stessa parola chiave facevi ricorso ad un sinonimo, il sistema si rendeva conto e ti penalizzava.

Anche se Google non è mai stato un motore di ricerca basato su parole chiave, non era del tutto immune allo spamming di parole chiave (più formalmente conosciuto nei circoli SEO come Term Spamming). Questo tipo di spam si concentra sui termini delle query di ricerca, motivo per cui viene definito come query di ricerca Term Spamming.

Con l’avvento dell’aggiornamento di Hummingbird (2013) e la maggiore capacità di elaborazione del linguaggio naturale (un tentativo di comprendere il linguaggio oltre la pertinenza delle parole chiave), l’industria del marketing digitale ha risposto raccomandando l’uso di sinonimi per classificarsi meglio.

In realtà si tratta di una strategia che propone una soluzione inutile per tentare di risolvere un problema molto complesso. Una delle tante sciocchezze proposte da sedicenti esperti.

Perciò, no, usare sinonimi non ti fa guadagnare posizioni. Non è con “Ti porto la pizza a casa tua” invece di “Ti consegno la pizza a domicilio” che vinci la concorrenza di Domino’s Pizza.

Da sempre Google si è prefissato — e ha dichiarato — che il suo intento è di mostrare pagine che abbiano contenuti rilevanti e di interesse per soddisfare appieno le ricerche degli utenti. Se Google perde questa abilità, perde il suo mercato.

Le parole chiave devono essere baste sulle intenzioni dell’utente.

Le parole e le frasi possono essere intese per diversi scopi in base alle intenzioni dell’utente.

SERP (SEARCH ENGINE RESULTS PAGES)

Le pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP) sono le pagine visualizzate da questi in risposta ad una query di un utente. Il componente principale di SERP è l’elenco dei risultati che vengono restituiti dal motore di ricerca in risposta ad una query di parole chiave, anche se le pagine possono contenere anche altri risultati come quelli dati dalla pubblicità (v. sopra).

Le SERP sono ordinate per soddisfare l’intento dell’utente tenendo presente che devono essere rivolte alla maggior parte delle persone. Google Patents, guida completa in Inglese.

Pertanto, se l’intenzione che intendi soddisfare ha una scarsa popolarità, difficilmente ti potrai classificare in cima ai risultati. In questo caso non hai armi per raggiungere lo scopo.

La scelta di utilizzare criteri quali l’ubicazione e altri fattori particolari per personalizzare la ricerca, è una tecnica ma non ha successo quando questa è indirizzata a un livello più ampio e generale. Ha invece successo se si tratta di ottimizzare il tuo sito per una query popolare su base locale, ad es. quando vuoi intercettare i consumatori interessati ai tuoi servizi nella tua zona.

L’importanza dell’uso delle parole.

Come detto, l’uso delle parole riveste grande importanza.

Capire l’intento dell’utente che deve compiere una certa ricerca, indirizza la modalità di produzione dei contenuti.

Le linee guida sulla qualità della ricerca affermano che ogni pagina viene giudicata in base a come soddisfa gli obiettivi di un visitatore del sito. Le stesse linee guida indicano che le pagine migliori “soddisfano pienamente l’intento dell’utente” della query di ricerca.

Esiste una categoria chiamata “Fully Meets” ovvero soddisfazione completa. Si applica a situazioni in cui l’intenzione dell’utente non è ambigua. Questo vale soprattutto per le frasi di e-commerce in cui l’intenzione di acquistare è chiara. Fully Meets è il gold standard per soddisfare una query utente e diventare la pagina numero uno per una query non ambigua.

Ciò che devi fare, dunque, è scegliere quale intento devi soddisfare.

In che modo Google definisce un sito che “soddisfa pienamente” [Fully Meets] le esigenze di un utente.

Queste sono le 3 indicazioni date da Google.

  1. La query e le esigenze dell’utente devono essere specifiche, chiare e non ambigue.
  2. Il risultato deve essere pienamente soddisfacente per gli utenti che compiono ricerche da dispositivi mobili, richiedendo uno sforzo minimo per questi, in modo che ottengano immediatamente quello che stanno cercando.
  3. Tutti o quasi tutti gli utenti dovrebbero essere completamente soddisfatti dal risultato. Ovvero, gli utenti non avrebbero bisogno di risultati aggiuntivi per soddisfare pienamente il loro intento.

In altre parole, la valutazione Fully Meets deve essere riservata ai risultati che sono “perfettamente rispondenti” in modo che non siano necessari altri risultati per tutti o quasi tutti gli utenti.

I primi siti della lista si classificano tra i primi dieci perché le loro pagine web soddisfano l’intento più popolare per quella frase o parole chiave.

Popolarità della parola chiave.

Abbiamo detto che capire l’intento dell’utente è importante perché guiderà la strategia di creazione dei contenuti.

Nel caso di un intento ambiguo, dove una frase chiave ha più significati, è importante fare una lista di tutti i diversi intenti dell’utente.

Se esegui una ricerca su Google, potresti essere in grado di discernere i diversi intenti dell’utente. La variante più popolare è probabilmente quella che è la più alta in classifica.

Ciò che bisogna considerare:

Per molte query di ricerca, i siti classificati più in alto non sono in quella posizione perché hanno più link che puntano alle loro pagine. Né sono in cima alla classifica perché contengono tutte le parole chiave.

I primi siti della lista si classificano tra i primi 10 perché le loro pagine web soddisfano l’intento più popolare – quindi quello più ricercato – per quelle parole chiave.

Se una query di ricerca implica 3 intenti, è l’intento più popolare che verrà visualizzato in alto, non il sito che presenta più parole di ricerca nel testo. Ecco perché intestardirsi sulle parole chiave non ha senso.

Se l’intento è suddiviso tra più utenti, alcuni che stanno ricercando per scopi accademici e altri che stanno effettuando ricerche per fare un acquisto, Google classifica più in alto le pagine web che sono informative rispetto a quelle commerciali. Indipendentemente dal numero di link che accumuli sul tuo sito, se le parole chiave nella tua pagina soddisfano un intento poco ricercato, non ti classificherai mai tra i primi 5 siti in nessun motore di ricerca.

Posizionarsi per parole chiave, non riguarda più la classificazione delle pagine con il maggior numero di link e il contenuto più completo. Si tratta di classificare le pagine web che soddisfano maggiormente l’intento più ricercato – ovvero più popolare.

Ecco perché la comprensione dell’intento dell’utente è fondamentale.

Google Trends

Le parole chiave sono una finestra che ci permette di vedere e quindi capire cosa vogliono gli utenti, cosa cercano e quali sono le loro intenzioni.

Google Trends è un ottimo strumento per capire e identificare i cambiamenti nel modo in cui vengono utilizzate le parole chiave.

Comprendere i modelli ciclici e locali ti aiuterà meglio a capire quando pubblicare determinati tipi di contenuti e anche a focalizzare la costruzione dei link in determinate zone per determinate parole chiave, dal momento che quelle frasi saranno più popolari in quelle aree.

Di seguito una ricerca fatta sulle parole “biglietti aerei”

SEO E PAROLE CHIAVE

SEO E PAROLE CHIAVE

SEO E PAROLE CHIAVE

Conclusione

I 3 aspetti fondamentali per ottimizzare le parole chiave

Come può una pagina web utilizzare una frase chiave in un modo che risulti in un posizionamento migliore nei motori di ricerca?

1: Non usare sinonimi

Una strategia appropriata per le parole chiave si basa sulla creazione di una mappa che include le frasi o parole chiave topiche per il tuo pubblico o comunque la tua fascia di mercato. Ricorda che il tuo sito cresce se pubblichi contenuti affidabili che siano esaurienti e che ti aiutano a guadagnare autorevolezza.

2: Identifica l’intenzione dell’utente, quindi soddisfa il suo intento.

Gli algoritmi dei motori di ricerca sono congegnati per soddisfare le richieste degli utenti rispondendo alle loro domande (query).

Da tempo ormai, i motori di ricerca non fanno più combaciare le query degli utenti con le precise parole chiave presenti su una pagina web. Il fatto che non corrispondano più in quel modo però, non significa che puoi usare lo stratagemma di creare pagine con domande e risposte e hai risolto. Significa invece che devi capire l’intento dell’utente. Cosa ricerca il tuo potenziale cliente? Crea dunque contenuti in base a questo intento, ovvero contenuti che soddisfino tale proposito implicito nella frase ricercata (parola chiave).

3: Integra l’esperienza dell’utente nella tua strategia di parole chiave

Le pagine web si classificano perché i siti si collegano a quelle pagine. Ecco perché sono importanti non solo i link dei siti esterni (di qualità) ma anche i link interni. I link esterni li guadagni perché hai prodotto contenuti che risolvono problemi e sei stato riconosciuto come autorevole.

Se uno collega contenuti ad un sito esterno, lo fa perché ne riconosce la validità, non perché usa certe parole chiave. Quello che conta è l’autorevolezza dei contenuti.

Crea il tuo elenco di parole chiave e inseriscile nel contesto dell’esperienza del tuo utente in modo che i contenuti che produci aggiungano valore al tuo sito.

In tutto ciò esiste una norma non scritta ma assolutamente valida: “Non puoi ingannare il sistema”

Non pensare di raggiungere grandi risultati in breve tempo, è necessario un lavoro ben programmato e mirato. Se ritieni che il tuo sito aziendale sia un investimento e quindi devi trarne dei risultati economici apprezzabili — come dovrebbe essere — affidati ad esperti e non improvvisare.

Per una valutazione del SEO del vostro sito vi ricordiamo il nostro servizio di cui potete richiedere informazioni presso il sito della RP CONSULTING.

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