Certificazione e Olio di Palma
Utilizzando i dati relativi agli incendi e alle superfici coperte dagli alberi di piantagioni di palma da olio certificate e non certificate, i ricercatori della University of Hawaii, Honolulu, hanno compiuto un importante studio sulla deforestazione nel periodo 2001-2015 in Indonesia potendo cogliere così la relazione tra certificazione e olio di palma.
Hanno scoperto che la certificazione era associata a una deforestazione significativamente ridotta; tuttavia, la certificazione è stata orientata verso le piantagioni con poca foresta residua e non ha avuto alcun effetto sulla perdita di foreste di torba o sull’attività degli incendi, risultati con potenziali implicazioni per la gestione sostenibile delle piantagioni di palma da olio.
La produzione mondiale di olio di palma è raddoppiata nell’ultimo decennio e si prevede che lo stesso entro il 2020
Aspetti generali.
La domanda di prodotti agricoli è il principale motore della deforestazione tropicale. Molte aziende si sono impegnate a non fare uso di prodotti derivanti da pratiche di deforestazione nella loro filiera di approvvigionamento, pertanto acquistano solo prodotti certificati “sostenibili” certificati.
Per valutare se la certificazione soddisfa tali impegni, sono state effettuate analisi statistiche alle stime satellitari che evidenziano la perdita di superfici coperte da alberi. In tal modo, è stato possibile capire l’impatto causale di un sistema di certificazione controllato da terze parti sulla deforestazione e il fenomeno degli incendi nelle piantagioni di palma da olio in Indonesia.
È emerso che la certificazione ha ridotto in modo significativo la deforestazione, ma non ha ridotto il fenomeno degli incendi e nemmeno l’eliminazione delle torbiere.
Inoltre, la certificazione è stata per lo più adottata nelle vecchie piantagioni che contenevano una superficie minima delle foreste rimanenti.
Sarà necessario considerare modalità di certificazione che si curino di valutare un impatto maggiore sulla superficie totale di foresta andata persa.
Aspetti specifici della ricerca.
Considerazioni effettuate dai ricercatori.
Molti Paesi e così anche parecchie multinazionali, hanno assunto l’impegno di acquistare o produrre solo olio di palma “sostenibile”, visto che le sue pratiche di coltivazione causano sostanziali perdite nelle foreste tropicali.
La certificazione di sostenibilità è lo strumento più utilizzato per soddisfare queste politiche di approvvigionamento e circa il 20% della produzione mondiale di olio di palma è stata certificata a seguito della Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile (RSPO – Roundtable on Sustainable Palm Oil) nel 2017.
Tuttavia, l’effetto della certificazione sulla deforestazione nelle piantagioni di palma da olio rimane poco chiaro.
Qui, utilizziamo un set di dati completo di piantagioni di palma da olio certificate e non certificate RSPO (~188.000 km2) in Indonesia, il principale produttore di olio di palma. Sono utilizzate anche metriche annuali di telerilevamento di perdita di superfici coperte da alberi e incendi, per valutare l’impatto della certificazione sulla deforestazione e gli incendi dal 2001 al 2015.
Mentre la perdita e l’incendio delle foreste sono continuati dopo la certificazione RSPO, l’olio di palma certificato è stato associato a una deforestazione ridotta.
La certificazione ha contribuito a diminuire la deforestazione del 33%.
Tuttavia, la maggior parte delle piantagioni certificate includeva una superficie di foresta residua piuttosto ridotta. Di conseguenza, dati aggiornati al 2015, le aree certificate detenevano meno dell’1% delle foreste rimaste all’interno delle piantagioni di palme da olio indonesiane. Inoltre, la certificazione non ha avuto alcun impatto causale sulla perdita di foresta nelle torbiere o sui tassi di rilevamento di incendi.
Tuttavia, se la RSPO deve garantire la conservazione e i benefici climatici dalle riduzioni della deforestazione tropicale, sarà necessario che la certificazioni nelle regioni delle foreste includa requisiti molto più rigidi.
L’impegno delle imprese coinvolte.
A seguito di queste campagne di sensibilizzazione e degli studi effettuati, nel 2017 quasi 400 aziende nei settori delle palme da olio tropicali, della soia, del legname e dell’allevamento del bestiame hanno adottato impegni pubblici per un approvvigionamento di prodotti più “sostenibile”.
Questi impegni sono encomiati dalla società civile come prova che gli approcci di mercato orientati alla conservazione possono avvantaggiare le foreste. In effetti, la ricerca nei settori sudamericano della soia, della carne bovina e della silvicoltura indica che gli impegni influenzano il comportamento degli attori all’interno delle filiere di approvvigionamento e possono ridurre la deforestazione dalla produzione di materie prime.
Oltre il 55% di questi impegni di sostenibilità fanno riferimento alla certificazione, sistemi che utilizzano audit di terze parti per garantire che i produttori seguano una serie di pratiche sociali e ambientali per realizzare i loro impegni.
La piaga degli incendi.
Gli incendi nella foresta indonesiana sono stati definiti un crimine contro l’umanità. Le vittime umane sono parecchie e chi non muore direttamente in questi roghi, muore in seguito per via di gravi patologie respiratorie.
Inutile dire che oltre le persone e la flora, anche la fauna ne viene decimata.
Tali fenomeni contano per un buon 85% delle emissioni di CO2 dell’intera Indonesia.
Gli incendi boschivi sono diventati un fenomeno stagionale in Indonesia. Alla radice del problema vi è la pratica della rimozione delle foreste conosciuta come taglio e bruciatura, in cui la terra viene data alle fiamme come un modo più economico per fare posto a nuove piantagioni. La torba presente nel suolo, che caratterizza gran parte delle aree colpite, è altamente infiammabile, causando la diffusione di incendi localizzati e rendendo difficile il loro arresto.
Tutti danno la colpa a tutti.
Chi ne sia responsabile non è così semplice saperlo. Benché negli ultimi anni la polizia ha intensificato i controlli e compiuto vari arresti, tutti puntano il dito contro tutti.
Il gruppo ambientalista WWF Indonesia, che da anni evidenzia il problema degli incendi, afferma che questi sono causati dalla negligenza collettiva di aziende, piccoli proprietari e governo poiché non investe sufficientemente in misure preventive.
A quanto pare le maggiori multinazionali occidentali, come detto sopra, si sono chiamate fuori ricorrendo a pratiche di certificazione e rendendo trasparente la loro filiera.
Tuttavia, molti piccoli e medi agricoltori, nell’intento di ingrandire le loro aziende, insieme a vari intermediari e imprenditori senza scrupoli, continuano in questa pratica criminale.
Fonte della ricerca
Article #17-04728: “Effect of oil palm sustainability certification on deforestation and fire in Indonesia,” by Kimberly M. Carlson et al.
MEDIA CONTACT: Kimberly M. Carlson, University of Hawaii, Honolulu, HI; tel: 650-380-3216; e-mail: <kimcarlson@gmail.com>
Ulteriori informazioni e pdf disponibili qui