Il Rapporto ISTAT ICE sulle Esportazioni Italiane nel 2017

Il 12 Luglio è stato pubblicato l’annuario sul commercio delle imprese italiane all’estero da parte dell’ISTAT in collaborazione con l’agenzia per la promozione e internazionalizzazione ICE, giunto alla ventesima edizione.

Qui è possibile accedere al rapporto in questione e anche scaricare il testo integrale in pdf.

Il primo dato da considerare è che nel 2017 le esportazioni italiane sono passate dal 2.95% al 2.92% del totale delle esportazioni mondiali. Insomma, la nostra quota di mercato sulle esportazioni mondiali è calata di uno 0.03%

Cosa comprano all’estero dalle nostre aziende?

Tuttavia, è molto interessante evidenziare quali sono i prodotti più venduti dalle nostre aziende all’estero.

Se facessimo questa domanda in giro tra la gente, sicuramente raccoglieremmo un largo consenso a favore del settore agroalimentare e della moda quali punte di diamante dell’export italiano, quello che viene anche definito il Made in Italy per tradizione e per eccellenza. Mangiare e vestirsi, chi meglio degli Italiani?

Sorpresa…

Ebbene no! Non esportiamo maggiormente cibo, vino e vestiti ma invece macchinari, farmaceutici e prodotti chimici.

Il settore delle apparecchiature tecnologiche (meccaniche, elettriche ed elettroniche) ha prodotto esportazioni nel 2017 pari a 118 miliardi di euro, contro i 40 miliardi di Euro del cosiddetto Made in Italy tradizionale.

Il settore farmaceutico in crescita.

Nel settore farmaceutico l’Italia ha perfino superato la Germania, imponendosi come primo produttore Europeo. Nel 2017 abbiamo esportato medicinali per 24 miliardi di Euro, oltre il triplo di quanto abbiamo esportato nel settore agroalimentare.

L’industria agroalimentare, nel 2017, ha concorso per circa il 9% delle esportazioni italiane. Più precisamente il 7.5% è rappresentato da prodotti dell’industria alimentare e l’1.5% da prodotti agricoli.

Il made in Italy tradizionale.

Ovviamente la moda e il tessile in generale rimangono un prodotto di grande importanza per le sorti dell’economia nazionale. Nel 2017 il settore ha rappresentato l’11.4% delle esportazioni totali.

Pertanto, tra il tessile e l’agroalimentare superiamo di poco il 20% delle nostre esportazioni.

Tecnologia.

Il settore dei macchinari ha prodotto dunque da solo il 17.9% delle esportazioni, mentre le apparecchiature elettriche ed elettroniche hanno dato il loro contributo per l’8.4%, per cui abbiamo un totale di 26.3%. Mica male per un Paese non apparentemente rinomato per i suoi prodotti tecnologici e dove gli iscritti alle facoltà scientifiche sono uno sparuto gruppo rispetto a quelli delle cosiddette scienze umane, sociali e giuridiche!

Altri settori in crescita.

Una buona fetta pari al 18.1% delle esportazioni è dovuta ai prodotti chimici, farmaceutici e derivanti dalla lavorazione delle plastiche.

Il settore della lavorazione dei metalli e del legno ha apportato un buon 12.5% mentre le esportazioni dei mezzi di trasporto sono pari all’11.3%.

Il restante settore manifatturiero, considerato quale agglomerato, ha apportato l’11%

Conclusioni.

L’industria manifatturiera, in generale, in Italia ha sempre costituito la parte preponderante del tessuto produttivo.

L’agricoltura è ancora retaggio di un’economia risalente a un periodo in cui eravamo un paese piuttosto povero e poco avanzato. Questo non significa che l’agricoltura italiana è scadente, tutt’altro, ma che vi sono paesi che hanno, per così dire, una migliore vocazione agricola anche in funzione del loro territorio e condizioni ambientali, vedi ad esempio la Spagna.

Certo, abbiamo delle eccellenze nel cibo e nel vino in Italia che vale la pena di continuare a valorizzare, sempre che il mercato lo permetta e ne renda possibile la continuità. Di sicuro sarà così per tanto tempo ancora e non vi è ragione perché il mondo dell’impresa si disinteressi di prodotti tanto apprezzati quasi ovunque e che hanno un buon successo commerciale.

Tuttavia, di fatto, non produciamo abbastanza cibo per il nostro fabbisogno e siamo costretti ad importare. Proprio così, con buona pace dei puristi dell’economia locale: moriremmo di fame se non importassimo cibo. Incrementare la produzione agricola, beh, fuori discussione! Semmai spiegheremo perché in futuro, anche se molti possono intuirlo facilmente.

I numeri ci dicono che nel 2017 l’Italia ha esportato prodotti agricoli per 7 miliardi di Euro importandone per oltre 14 miliardi. Inoltre, molti dei prodotti agricoli che importiamo siamo costretti a rilavorarli in loco, questo per varie ragioni. Magari un giorno faremo un articolo o una serie di articoli su questi argomenti, visto che ne abbiamo esperienza.

Di sicuro c’è una cosa: aumentare la burocrazia distrugge ogni iniziativa e può dissolvere ogni sforzo fatto e ogni conquista raggiunta in un nonnulla.

 

Previous Post Next Post