Covid-19. Statistiche, Immunità di Gregge e Terapie

  • B. Hanage (Epidemiologia)

Covid-19 Non è una normale influenza

Tanto per sgombrare ogni dubbio, visto che si sentono dire tante cose da più parti, preciso subito che la malattia Covid-19 causata dal virus SARS-COV-2 non è una banale influenza. Anzitutto si comporta diversamente da una banale influenza, non risponde alle normali terapie influenzali e può avere conseguenze terribili come abbiamo visto. Le conseguenze consistono in una polmonite interstiziale che soprattutto in soggetti con altre patologie e quindi con un sistema immunitario compromesso sono molto difficili da curare e causano spesso la morte.

Una collega della Johns Hopkins University fa giustamente notare che il numero di persone con conseguenze può salire a livelli inimmaginabili, se molte decine di milioni di persone si ammalano, potrebbero non esserci abbastanza respiratori disponibili in tutto il pianeta.

Quindi, l’emergenza esiste e non è negabile.

Quello che mi lascia perplesso è il modo in cui vari media veicolano le notizie e soprattutto i dati.

Statistiche

I media di tutto il mondo pubblicano statistiche sui contagiati, o meglio elencano dei numeri. Questo avviene ogni giorno e quello che si dice è, “Oggi i contagiati sono X, Y meno di ieri – oppure Z più di ieri – e così via.” Questo non ha senso. Dire che i contagi sono in aumento o in diminuzione non significa nulla. Queste sono statistiche fai da te, non fatte da esperti. Internet ci dà tante cose buone ma sembra che abbia trasmesso il messaggio che chiunque possa fare tutto. Sfortunatamente, non è così. Il numero dei contagiati non è calcolabile, non in quel modo almeno. Tutto dipende da quanti tamponi si fanno e i numeri enunciati oggi non sono dei contagiati oggi, perché quei tamponi sono fatti già da qualche giorno. Più tamponi fai più contagiati trovi.

Il numero dei morti

In Italia contate circa 60 milioni di abitanti. In base a stime fornite da OUR WORLD IN DATA ogni anno muoiono varie centinaia di migliaia di persone, nel 2019 sono decedute circa 650 mila persone per diverse cause. Un semplice calcolo ci dice che in media muoiono circa 1800 persone ogni giorno.

Sapete quante persone sono morte negli ultimi 5 anni per complicazioni da influenza stagionale? Un numero piuttosto cospicuo, ben 68 mila persone. Appena due anni fa, nel 2018, ne sono morte ben 25 mila. Dati forniti dal sistema sanitario nazionale dicono che almeno 10 mila persone muoiono per complicazioni da malattie farmaco resistenti. Cosa sono queste malattie? Quegli agenti patogeni che sono resistenti agli antibiotici. La raccolta di questi dati è semplice perché queste morti avvengono dentro le strutture ospedaliere. Ci sono cartelle cliniche che tratteggiano queste storie.

Perché così tanta resistenza verso gli antibiotici?

Se ne parla da anni, non da ora. Molte persone prendono antibiotici per ogni disturbo credendo che siano la panacea di ogni male. Così facendo favoriscono l’adeguarsi a queste molecole da parte dei batteri che diventano appunto resistenti. Certo, poi abbiamo anche l’industria alimentare che alleva animali con gli antibiotici e anche quello contribuisce.

La questione dei tamponi

Ricollegandomi a quanto dicevo prima, la questione del test di positività è fondamentale. I sintomi sono ingannevoli e non ci si può basare su di essi ovviamente. Il numero dei positivi è affidabile se il test diagnostico è affidabile. Ora il test si basa sulla ricerca del genoma del virus, che è appunto un metodo affidabile perché se lo troviamo allora significa che l’individuo è stato infettato. Tuttavia, questo test è disponibile sono da poco, infatti il genoma del virus è stato sequenziato solo qualche settimana fa. Tuttavia, la OMS al momento non ne ha validato lo standard. Questo significa però che la percentuale dei contagiati non può essere considerata attendibile visto che molti tamponi sono stati fatti già da un mese e oltre e non ricercavano il genoma del virus visto che non era stato isolato. Molti dei tamponi poi avevano un margine di errore tra il 20% e il 30%. Capite che tutte le statistiche che seguono non sono attendibili. La malattia Covid-19 può risultare molto grave ma non siamo sicuri se tutti i morti siano morti per Covid-19 perché non siamo sicuri della attendibilità del test e perché la malattia in sé, spesso, agisce come catalizzatore, cioè aumenta i processi di deperimento organico. Di conseguenza, il tasso di mortalità non è calcolabile al momento, se mai lo sarà.

Niente statistiche fai da te

Perché una statistica sia attendibile deve riportare l’origine dei dati, la metodica e il grado di accuratezza, ovvero il margine di errore implicito.

So che molti non addetti ai lavori, cioè molti che non hanno mai nemmeno visto l’ombra di un manuale di analisi dati e statistica hanno cominciato a prendere dati dalla rete ed elaborarli sui fogli di calcolo. Che senso ha? Se diamo a queste persone improvvisate un programma CAD ci progettano un edificio come lo Shard e se realizzato sta in piedi? (Lo Shard è un famoso grattacielo di Londra vicino al London Bridge, ndr). Credo sia necessario spiegare i dati alle persone, altrimenti si ingenera sempre più confusione.

Tamponi per tutti?

Fare il tampone a tutti non è impresa realizzabile. Bisognerebbe però farlo ad un campione significativo della popolazione e da qui partire a fare dei calcoli. I modelli realizzati nei centri di ricerca e Università nelle prime settimane del contagio ora non hanno più molto senso perché in ogni Paese si stanno verificando cose diverse. I tassi di contagio sembrano essere differenti da zona a zona. Cosa causa ciò è allo studio e non è dato saperlo con certezza, anche perché le variabili in gioco sono molte. Di certo, se il campione analizzato fosse più ampio e quindi l’indice di errore più basso, potremmo fare qualche azzardo anche sul tasso di mortalità che sicuramente sarebbe molto più basso di quello calcolato, male, oggi, il quale però, come detto dalla OMS non è un dato ricavabile e perciò attendibile.

Terapie attuali

Sicuramente, se uno è contagiato non deve disperarsi. Il nostro sistema immunitario risente drammaticamente degli stati di depressione. Ogni Paese ha attivato delle procedure in caso una persona manifesti sintomi. Ci sono numeri da chiamare e la copertura sanitaria si sta facendo il possibile per fornirla a tutti.

Infine, una cosa importante sul fatto che si usino antibiotici sui malati di Covid-19. Alcuni pensano che questa sia una pratica medica inutile perché i virus non rispondono agli antibiotici non essendo batteri. Ebbene, non lasciatevi ingannare da false notizie. Nei malati cui il Covid-19 scatena una polmonite, di tipo virale appunto, l’uso degli antibiotici è importante per evitare infezioni batteriche. Le polmoniti virali, purtroppo, facilitano l’insorgenza di queste sovra-infezioni di tipo batterico e se sopraggiungono sono letali. È una profilassi clinica necessaria e serve a salvare la vita al paziente.

Per quanto riguarda invece la terapia con anticorpi monoclonali, questi sono già usati per altre patologie e vi sono parecchi studi sulla loro efficacia. Anche qui non lasciatevi ingannare perché sono stati fatti già da tempo i test sulla tossicità e le complicazioni collaterali sono ben descritte in letteratura.

Immunità di gregge

Una grande parte della popolazione è a basso rischio di sviluppare malattie gravi, approssimativamente tutti quelli fino ai 40 anni d’età.

Potremmo dunque dire che generare l’immunità nei giovani è un modo per proteggere la popolazione nel suo insieme.

I vaccini fanno questo infatti ma perché in questo caso è diverso?

Per il semplice motivo che questo non è un vaccino. Questa è una vera pandemia che fa ammalare un numero molto elevato di persone e alcune di esse muoiono. Siccome si tratta di una pandemia, una piccola parte di persone che muoiono di un numero molto elevato di contagiati risulta ancora in un numero elevato. Si tratta di persone, nel complesso potrebbero essere milioni. Se poi il sistema sanitario nazionale è sopraffatto dal numero di contagiati con sintomi anche gravi, il numero di vittime sale a dismisura.

Inoltre, si parla di una seconda ondata per il prossimo autunno

A proposito di quella seconda ondata: vorrei essere chiaro. Le seconde ondate sono cose reali e le abbiamo viste nelle pandemie influenzali. Questa non è una pandemia di influenza. Non si applicano le regole per l’influenza. Potrebbe esserci una seconda ondata, sinceramente non lo so. Ma le persone vulnerabili non dovrebbero essere esposte a un virus in questo momento, soprattutto in previsione di una seconda ondata che potrebbe appunto verificarsi. Non sappiamo ancora molte cose.

Mantenere le persone al sicuro significa auto-isolamento se si sviluppano sintomi, ma anche i consigli ufficiali qui sono fuorvianti. Mentre è di fondamentale importanza che i contagiati restino a casa per evitare di infettare gli altri, sappiamo che anche gli asintomatici sono contagiosi. Sappiamo che questo è vero dai vari modelli matematici e dagli studi osservazionali. Non sappiamo quanto spesso si verifichi ma sicuramente succede.

In conclusione, le questioni sul tasso di mortalità, i parametri di trasmissione e la trasmissione pre-sintomatica o asintomatica sono dati incalcolabili al momento e realmente ora non importano per niente.

Emergenza e Sistemi Sanitari

Infine, per quanto riguarda il problema del collasso dei sistemi sanitari anche dei nostri Paesi avanzati, il problema è reale e serio. La sanità, dappertutto, ha subito tagli notevoli. Nell’ultimo decennio in ogni nazione Europea sono stati tagliati dai governi locali decine di miliardi di euro ai servizi sanitari. Ogni anno si entra in grande agitazione in epoca di normale influenza, figuriamoci per un’emergenza di questo tipo.

Pensate che un posto in rianimazione arriva a costare circa 50 mila euro, questa è la prima spesa che ogni direttore sanitario taglia perché deve fare i conti con il budget che ha disposizione. Vengono perciò mantenuti un numero di posti in terapia intensiva sufficienti a gestire gli interventi di routine e solo una piccola parte per le emergenze.

Attenzione, senza allarmismi ma nessuno dei soggetti a rischio, quindi anziani e malati di altre patologie comprese quelle purtroppo oggi molto diffuse come l’ipertensione, non devono assolutamente esporsi al contagio. Il distanziamento sociale è una misura di precauzione che salva vite in attesa che si trovi un vaccino e una cura.

Grafici

Di seguito fornisco alcuni grafici da OUR WORLD DATA. Queste statistiche sono fatte da personale specializzato e i dati raccolti in modo appropriato, tuttavia, per le ragioni sopra spiegate, nessuno di questi grafici può essere considerato corrispondente alla reale situazione, come specificato dallo stesso centro di ricerca in ognuna delle figure. I dati sono aggiornati alle ore 13 GMT-0 del 31 Marzo 2020

Tanto perché lo sappiate, in caso non ne siate a conoscenza, OUR WORLD DATA, è un centro di ricerca costituito come associazione senza scopo di lucro della Università di Oxford. Gli specialisti e le menti più brillanti della stessa Università, oltre che di Harvard, MIT, Johns Hopkins, LSE e altre collaborano ai progetti in regime di volontariato.

B. Hanage, epidemiologo, Harvard University

 

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