Durante un incontro organizzato per i webmaster, è stato chiesto a John Mueller quali sono i contenuti di qualità secondo Google. La risposta di Mueller, in breve, è stata che chi pubblica e il mondo dell’editoria digitale in genere conosce meglio di Google cosa si intende per contenuti di qualità.
La domanda
La domanda posta è stata questa:
Cosa è contenuto di qualità agli occhi di Google? Se due persone scrivono sullo stesso contenuto, è possibile che abbiano un’opinione diversa sulla stessa cosa. Allora come fa Google a decidere quale è il miglor contenuto?
Che cos’è contenuto di qualità per Google?
Già da tempo nella comunità dei tecnici ed esperti SEO, si era soliti annunciare un aggiornamento di Google che riguardava la qualità dei contenuti ogni mese. Ovvero, ogni mese si riteneva che Google modificasse il suo algoritmo per perfezionare la ricerca di contenuti di qualità.
Google però ha negato tutto ciò, lasciando non solo molti esperti di SEO meravigliati ma anche molti loro clienti… ahem… alquanto scontenti (la parola giusta sarebbe stata un’altra, per la verità).
Dopo l’introduzione di varie modifiche al suo algoritmo, come ad esempio BERT, Neural Matching, RankBrain e altri che aiutano Google a intendere meglio il linguaggio naturale nei risultati di ricerca, gli editori pensano ancora in termini di creazione di “contenuti di qualità”.
Il problema è che esiste molta confusione su cosa sia qualità. Già Mueller si era espresso dicendo che ciò che importa è intercettare l’intento della query di ricerca dell’utente.
Google infatti classifica principalmente i siti web per utilità, vale a dire per ciò che è rilevante in base alle intenzioni di ricerca.
Rilevanza e Autorità.
Per rilevanza si intende appunto l’importanza che un contenuto ha in relazione all’intento di ricerca di un utente, per autorità si intende in effetti l’autorevolezza che ha il contenuto. Autorità e autorevolezza sono due concetti differenti ma spesso assumono la stessa connotazione in questo contesto. Autorevole è qualcosa che è riconosciuto come competente e apprezzato per ciò, tuttavia, il modo di classificare di Google fa sì che i contenuti “autorevoli” acquistino anche “autorità” visto che sono posizionati gerarchicamente più in alto.
Rilevanza e Autorità: la rilevanza è il fine e l’autorità è il mezzo.
Bill Slawski nel 2017 ha pubblicato un articolo relativo all’autorevolezza nei risultati di ricerca su Google, su un brevetto relativo all’autorità. Di seguito citiamo un brano
In generale, un sito autorevole è un sito che il sistema di ricerca ha deciso di includere tra i contenuti particolarmente affidabili e accurati. Il sistema di ricerca è in grado di distinguere i siti autorevoli da siti di bassa qualità che pubblicano contenuti superficiali o che includono frequentemente annunci di spam.
Se il sistema di ricerca considera un sito come autorevole sarà in genere dipendente dalla query (interrogazione di ricerca da parte dell’utente, ndr). Ad esempio, il sistema di ricerca può considerare il sito per i Centers for Disease Control, “cdc.gov” come un sito autorevole per la query “cdc mosquito stop bites”, ma non considera lo stesso sito come autorevole per la query “consigli sui ristoranti
Cosa è dunque la qualità?
È un’opinione soggettiva di ciò che è considerato eccellente. Per definizione è un concetto molto sfuggente, tanto che quando si tratta di accordarci su certe regole che definiscono un prodotto o un servizio come di qualità, questa si esprime non come eccellenza ma come aderenza ad un sistema di regole preimposte. Se A è conforme al protocollo allora è di qualità. Non vi sono dei criteri nell’algoritmo di Google per definire quale contenuti sono realmente di qualità e quali no.
Autorevolezza
Sull’autorevolezza invece l’algoritmo compie delle elaborazioni. L’autorità di un sito, come accennato, riguarda l’accuratezza e la verità fattuale. Un sito che acquisisce link e altri segnali di affermazione può essere considerato autorevole e perciò gerarchicamente più in alto di altri.
Quindi, in definitiva Google punta sempre sull’intento di ricerca dell’utente.
John Google, alla domanda posta sopra risponde così
Per quanto riguarda i contenuti di qualità, in generale questo è qualcosa che il proprietario del sito conosce meglio per la specificità del sito stesso (quindi per il suo pubblico, ndr). Quindi non mi preoccuperei troppo di ciò che Google pensa sui contenuti di qualità. Piuttosto devi dimostrare di avere davvero qualcosa di unico, avvincente e di alta qualità (che sia rilevante per il tuo pubblico, ndr).
Quindi, invece di provare a capire come funzionano gli algoritmi di Google, consiglierei di cercare di capire cosa pensano i tuoi utenti e perciò di capire cosa vogliono. Potresti ad esempio radunare un gruppo di persone nel tuo ufficio o in una riunione a distanza per mostrare cosa di nuovo vuoi offrire con il tuo sito. Fai loro delle domande su cosa a loro non piace del tuo sito, su ciò che è confuso, se va bene il loro, i colori che usi e così via.
Queste sono le risposte davvero importanti che devi ottenere. Potresti anche non essere d’accordo ma se i tuoi utenti vogliono così, forse è qualcosa che dovresti prendere seriamente in considerazione.
Conclusione
Alla fine, molte delle supposizioni sul SEO sono risultate errate e – come abbiamo cercato di far risaltare più volte in questo blog – è vero che il SEO è principalmente 3 cose: 1) Contenuti; 2) Esperienza dell’utente; 3) Link che ricevi da altri siti.
Mueller termina il suo discorso così
[A proposito della rilevanza, ndr] Questo è qualcosa che facciamo sempre. Eseguiamo continuamente test a / b nei risultati di ricerca per vedere come possiamo assicurarci di continuare a fornire risultati pertinenti, anche quando le esigenze e le aspettative degli utenti cambiano nel tempo.
[Circa l’importanza dell’eseperienza degli utenti, ndr] Eseguiamo studi sugli utenti anche nella console di ricerca, dove proviamo nuove funzionalità e proviamo a vedere se queste nuove funzionalità tendono a confonderli o a farli lavorare meglio.
[Sulla questione del posizionamento, ndr] Bisogna sempre concentrarsi sui propri utenti piuttosto che su come gli algoritmi di Google tentano di capire quali siano i contenuti di alta qualità.
Uno degli altri motivi per cui non bisogna concentrarsi sugli algoritmi di Google è che anche gli algoritmi di Google continueranno a evolversi e continueranno a concentrarsi sugli utenti e capire di cosa hanno bisogno.
Se ci si concentra solo sugli algoritmi di Google, si rimane sempre un passo indietro.
Quindi, il focus deve essere sui propri utenti, capire quali sono le loro esigenze e cosa si può fare per fornire qualcosa di veramente unico, avvincente e diverso da chiunque altro in quella nicchia in cui sei attivo.